La crisi economica, innescata dalla finanza speculativa, avanza colpendo non solo gli strati più poveri della popolazione, ma mordendo ormai anche la piccola borghesia, gli artigiani, le piccole imprese soprattutto a carattere familiare.
Per la prima volta i figli hanno la concreta prospettiva di stare peggio dei loro padri; ai ragazzi, oggi, si sta rubando il futuro.
Tutto ciò è stato reso possibile dal dilagare del liberismo selvaggio (a proposito dove erano i sindacati?) e dalle sue conseguenze, tra cui l’immigrazione incontrollata (dove sono finite le promesse di Berlusconi -vergognosamente disposto a dare 5 miliardi di dollari a Gheddafi- di bloccare l’arrivo di clandestini?).
L'arrivo di braccia a basso costo falcia i salari sotto i normali livelli di vita, creando disoccupati italiani, giovani ma anche in età adulta e con famiglia a carico.
Quello che nessuno dice è che la riduzione del "costo" del lavoro pone i costi sociali per l' assistenza ai migranti a carico di tutti i cittadini italiani che pagano per avere sempre meno.
Molti si stanno chiedendo se è lecito continuare a fornire servizi gratuiti a tutti, se ci si deve sempre veder scavalcati nelle graduatorie o se non sia giunto il momento di dire chiaro e forte “
Prima gli Italiani”.
Questo vuol dire che per l’assegnazione di posti di lavoro, per l'utilizzo dei servizi sociali e sanitari, case popolari, asili, sussidi ecc deve essere previsto un forte punteggio favorevole per i cittadini italiani.
Alcuni comuni si sono già avviati su questa strada; se si vuole si può.