
Ebbene tra qualche giorno giungerà a Prato l'ambasciatore cinese ma nessuno dei puntigliosi custodi della memoria si generà di ricordargli quelle cose e magari di contestarlo. La Toscana ufficiale, quella che festeggia come data fondante l'abolizione della pena di morte nel granducato, osserverà un silenzio mortale. Chissà se dirà qualcosa il presidente della provincia reduce dalla gita in Cina dove, sfidando ogni senso del ridicolo, ha chiesto collaborazione per convincere i cinesi nostrali alla legalità. Pecunia non olet dicevano i latini, il denaro non ha odore. Invece ora che puzzo di iposcrisia.
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