Non c'è nulla da fare; tutte le svolte, i restyling, i cambiamenti di nome non servono. Basta distrarsi un attimo e rispuntano echi lontani, parole che sembravano dimenticate e sepolte dalla Storia.
Il prossimo 9 gennaio, la notizia è di oggi, si terrà a Carmignano un convegno sulla crisi e le nuove povertà; parteciperanno alla chiacchierata, oltre al Sindaco, alcuni personaggi illustri, banchieri, ricercatori, Assessori regionali e naturalmente ecclesiastici e filantropi.
E tra gli infiniti titoli che si potevano dare al Convegno quale è stato scelto? Ebbene sì, proprio il titolo dell'opera più famosa di Lenin "Che fare". Evidentemente certe parole, certi slogan sono impressi a fuoco nell'inconscio collettivo della sinistra e come il famoso lapsus di freudiana memoria scappano fuori nei momenti meno opportuni.
30.12.08
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7 commenti:
Ma tu sei paranoico
Nessuno è perfetto... comunque come dice Andreotti "A pensar male si fa peccato ma a volte si indovina".
Peraltro la curiosità di questa scelta di titolo mi è stata fatta notare anche da gente di sinistra...
Beh citare Lenin in effetti mi sembra un po' retrò,bisognerebbe invece guardare al futuro e proporre iniziative concrete che non siano il solito fico secco o la festa degli aquiloni al parco museo,certo è più facile farsi pubblicità e contare sui prodotti locali che proporre soluzioni innovative e soprattutto "moderne",non è questione di paranoia,basta guardare la realtà del nostro comune,non è cambiato poi molto da trent'anni a questa parte,mi ricordo che si facevano chiamare progressisti,ma non vedo grandi progressi.
Ma ci meravigliamo di Lenin?
Il "Forum Giovani" organizza una rassegna cinematografica le cui proiezioni sono per la maggioranza film dichiaratamente di sinistra, ambientati nell'Est Europeo ai tempi del comunismo...
Sono una ragazza che si è avvicinata a questo Cineforum organizzato a Carmignano, inizialmente incuriosita dalla nuova iniziativa e successivamente stupita per la bellissima scelta dei film.
Rispondo al commento di Lorenzo perchè vorrei sottolineare una cosa. Io, come la maggior parte delle persone che amano il cinema, guardo i film per il loro valore tecnico ed artistico, non certo per il presunto messaggio politico che hanno da offrire.
Nel caso di specie, peraltro, non riesco a trovare nessun filo conduttore "marcatamente di sinistra". Se poi lo si vuole trovare nel fatto che sono ambientati nella Germania dell'Est, allora è un altro discorso. Tuttavia, chi li ha visti quei film sa benissimo che non inneggiano al comunismo. Anzi, ne descrivono tutti i limiti e la rovinosa caduta.
Lasciamo dunque che l'arte resti solo arte. E alla politica il compito di interessarsi di cose ben più importanti.
Il rapporto tra forme artistiche (in particolare il cinema) e politica è certamente complesso e mi fa molto piacere che sia uno stimolo al dibattito. La mia formazione politico culturale mi spinge ovviamente a citare la famosissima frase di Mussolini :"Il cinema è l'arma più forte" che ci porta direttamente alla questione dell'uso politico dei film sin dal momento della loro ideazione. A Lorenzo vorrei dire che l'egemonia di sinistra sulla cultura in generale e sul cinema in particolare è riconducibile anche al sostanziale disimpegno politico degli altri.
A Chiara, poichè seguo anch'io la rassegna mi riprometto di dare una risposta più ampia personalmente, se lo accetta; le anticipo però fin d'ora che non concordo su una lettura neutrale e tecnica dei film, nemmeno di quelli più disimpegnati
Il primo film proposto è stato: "Tutta la vita davanti", che non mi sembra nè un capolavoro da un punto di vista artistico, nè privo di un messaggio fortemente politico.
Chi ben comincia è a metà dell'opera
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