10.2.09

10 febbraio: io non scordo!

Le manifestazioni di questi giorni per ricordare il genocidio delle Foibe e l'esodo dei nostri connazionali dalle terre giuliano dalmate, sono state caratterizzate anche da patetici tentativi di contestazione da parte di sparuti gruppetti di vecchi rimbambiti e giovani deficienti; poco male, come è noto "raglio d'asino in ciel non sale". Più grave a mio avviso il silenzio con cui molte Amministrazioni locali, prodighe soprattutto in Toscana di iniziative per altre memorie, stanno circondando la Giornata del Ricordo, stante anche una legge che non IMPONE come dovrebbe la sua celebrazione.A questi Amministratori, sodali di quel Veltroni che oggi si straccia le vesti per le critiche alla costituzione, vorrei riproporre un pezzo giornalistico dell'epoca, lettura utile anche ai pasdaran dell'accoglienza di ogni specie di clandestino.“L’Unità”, nel suo numero datato sabato 30 novembre 1946, si occupava di “profughi”, coloro cioè che in quei giorni stavano scappando dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia per cercare rifugio in Italia. Di essi l’organo del Partito Comunista Italiano, a firma Piero Montagnani, scriveva testualmente.

“...Oggi ancora si parla di “profughi”: . . . Non riusciremo mai a considerare aventi diritto ad asilo coloro che si sono riversati nelle nostre grandi città, non sotto la spinta del nemico incalzante, ma impauriti dall’alito di libertà che precedeva o coincideva con l’avanzata degli eserciti liberatori. . . . Questi relitti repubblichini che ingorgano la vita delle città e le offendono con la loro presenza e con l’ostentata opulenza, che non vogliono tornare al loro paese d’origine perché temono di incontrarsi con le loro vittime, siano affidati alla Polizia che ha il compito di difenderci dai criminali, . . . coloro che sfuggono al giusto castigo della giustizia popolare jugoslava. . . essi sono indotti a fuggire, incalzati dal fantasma di un terrorismo che non esiste”

Deve essere questa coscienza sporca a rendere silenziosi i chiacchieroni comunisti di oggi; a chi vuole rompere il muro di silenzio e documentarsi consiglio vivamente questo sito: http://www.lefoibe.it/; ma attenzione occorre un certo "stomaco" per reggere l'efferratezza delle cronache.

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