15.11.10

Cattiverie proverbiali.

I proverbi sono la solida saggezza dei popoli; resistono e si tramandano solo quelli che continuano a descrivere in modo credibile la realtà del tempo presente; gli altri cadono nell'oblio polveroso delle raccolte librarie. Per quello che succede in questi giorni me ne vengono in mente almeno tre: "Mal voluto non è mai troppo","Chi la fa l'aspetti", "Hai voluto la bicicletta?Pedala!".
Mi riferisco alle conseguenze per Silvio del comportamento di Gianfranco Fini. Su quest'ultimo ho espresso il mio parere in tempi non sospetti, quando molti dei suoi attuali feroci detrattori ex ANali (pardon, ex aennini, di questi tempi inutile sovraccaricare i discorsi di metafore sessuali) ne erano entusiasti e immarcescibili cantori; leccapiedi per vocazione hanno solo cambiato piedi.
Voglio invece ricordare, ai troppi immemori, che nel 2008, alla vigilia delle elezioni politiche, SB mise alla porta senza tanti complimenti, e proprio per compiacere il fido Fini, la Destra, cioè quel gruppo di militanti un po' coboldi e un po' donchisciotti, usciti da AN proprio per dissensi con Fini.
Fu, malgrado tutto, una bella, appassionata campagna elettorale con Daniela Santanchè e Fiamma tricolore; gli avvenimenti successivi non ne inficiano il valore; Carmignano rispose bene sfiorando il fatidico 4% dello sbarramento elettorale.
Ma il risultato di quella scelta fu di accrescere in modo spropositato la Lega e le ambizioni ( e il potere personale) di Gianfranco.
Adesso proprio il figliolo prediletto, il preferito Gianfranco, colpisce al cuore il suo benefattore; scusate, non riesco a provare dolore, anzi mi scappa pure da ridere.

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