26.11.09

ROMantici

Debutta questa sera al Fabbricone "Scene da Romeo e Giulietta" tratto dall'opera di Shakespeare; noi rozzi ignoranti reazionari ci aspetteremmo la classica ambientazione veronese.
Ma nei templi della Kultura komunista questa apparirebbe sorpassata e improponibile, soprattutto ora che Verona è governata dall'ottimo sindaco Tosi bestia nera per le zecche rosse. E allora quale ambientazione migliore di un campo rom; una vera panacea per gli afflati politicamente corretti della sinistra intelligente, meglio se conditi da qualche scelta citazione da Hannah Arendt che ci sta sempre bene.
Sta malissimo invece suggerire ambientazioni diverse, ad esempio in qualche quartiere di periferia dove i giovani italiani, subendo continue discriminazioni nel lavoro, nei sussidi, nell'assegnazione degli alloggi, hanno difficoltà crescenti a coronare il loro sogno d'amore e mettere su famiglia.
A onor del vero dobbiamo però riconoscere che Shakespeare stesso aveva dato un input chiaro chiamando il protagonista ROMeo.

4 commenti:

λογορροια ha detto...

Qualcuno ha stabilito che la mediocrità è sinonimo di moderazione: determinismo, o altro?

mauro scarpitta ha detto...

Credo che il commento si riferisca alla didascalia sotto la mia foto; faccio notare che la mediocrità è lì definita come attributo dei "moderati" che, in ambito politico,non sono neppure in grado, a mio avviso, di capire in che mondo vivono; anzi, a dirla tutta, non gliene importa nemmeno nulla, essendo egoisticamente interessati solo al proprio modesto tornaconto personale, fregandose della comunità di cui fanno parte.Così facendo ovviamente anche il mondo se ne frega di loro e quindi prima o poi vengono travolti dai cambiamenti che, alla faccia loro, avvengono comunque.
Dubbio chiarito? In ogni caso grazie del commento

Anonimo ha detto...

"Il mio paradiso è sentirmi parte di qualcosa senza sapere cos'è quel qualcosa. Scegliere non mi piace, non mi hanno insegnato a scelgiere, io sono di una generazione immobilmente positiva e positivamente immobile che ama applaudire, comprare biglietti, intervenire dal pubblico restando pubblico, consumare grandi quantità di poster, dischi, film e prodotti culturalmente sulla bocca di tutti. Ma scegliere, che fatica infernale...."
da Astaroth di Stefano Benni
Se non ho capito male, allora, le nuove generazioni sarebbero così di un "mediocre determinismo"?
Tiziana

mauro scarpitta ha detto...

Grazie dell'intervento sempre graditissimo; non vorrei addentrarmi nella questione giovani generazioni (in una tavoletta babilonese del tempo di Hammurabi era già scritto qualcosa tipo "eh le nuove generazioni non hanno più valori...); l'atteggiamento mi pare diffuso in tutte le età con rare belle eccezioni individuali, piccoli fuochi splendenti nella notte.Temo sia qualcosa di peggio del mediocre determinismo; penso si debba parlare di un rassegnato nichilismo, della sensazione che comunque il cambiamento sia impossibile.Ricordo (è uno dei rari privilegi dei meno giovani) uno slogan del '68: "Siamo realisti, vogliamo l'impossibile". Ovvero sappiamo che cosa andrebbe cambiato ma questo cambiamento è impossibile. Allora vi fu chi tentò per strade diverse e divergenti quel percorso; credo che certi atteggiamenti odierni siano anche il frutto della disillusione. Tuttavia continuo anche a credere che valga sempre la pena di tentare almeno sul piano individuale; magari solo per inverare l'antico aforisma : "Fai che ciò su cui non puoi fare nulla, non possa fare nulla su di te".
Certo avendo ben presente che non è detto che coloro che hanno vegliato durante la notte giungano ad incontrare coloro che giungeranno nel nuovo mattino; importante è aver tenuto acceso il fuoco affinchè rimanga almeno un po' di brace.
Come diceva D'Annunzio : "Vivere ardendo senza bruciarsi mai".