2.6.11

Esercito della salvezza?

Come ogni anno il 2 giugno, di mattina, mi posiziono davanti alla tv per guardare la parata militare ai Fori Imperiali. E ogni anno cresce lo sconforto. A parte le solite chiacchiere volte a perpetuare la divisione tra buoni e cattivi, è avvilente la crescente retorica buonista sulle Forze Armate viste ormai solo come succursali della Caritas, dispensatrici di pacchi dono e addette al recupero e accoglienza di chiunque, senza essere invitato, voglia arrivare illegalmente in Italia. Ma, già che siamo a spendere, perchè limitarsi a queste attività in Patria, quando si può farlo anche a migliaia di chilometri di distanza. Se poi ci scappano morti e feriti per agguati e attentati, guai mai a parlare di efficaci e dure azioni di risposta, ampiamente previste dalle leggi internazionali nelle zone di guerra. Meglio ammannire la solita predica del prelato cattocomunista di turno, che umilia la dignità di ogni militare e le virtù che sono proprie alla condizione di soldato, di qualunque grado ed arma. Il modello ideale di questa Italia smidollata sembra ormai essere l'Esercito della Salvezza; e, come militante e come Ufficiale, mi avvilisce non poco vedere il Ministro della Difesa Ignazio La Russa, che ricordo frequentatore di San Babila in anni lontani, duri e difficili, avvallare questo degrado e aver conservato, di nero, solo i capelli.

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