18.6.11

Il mondo alla rovescia

Il mondo, si dice, è fatto a scale: c'è chi scende e c'è chi sale. Il proverbio deve essere ben noto anche al simpatico settimanale Metropoli che infatti in ogni numero stila, paese per paese, una sorta di rassegna di chi scende o sale; e questa settimana il sottoscritto è tra coloro che scendono; niente di male, se non fosse per la motivazione veramente curiosa. La ragione di questa attribuzione prende le mosse dall'interrogazione sulla mancata apertura del centro prelievi a Seano; ne abbiamo scritto in vari post, soprattutto per stigmatizzare l'avventatezza della promessa elettorale dell'assessore. In un mondo normale in quella classifica avrebbe dovuto finirci l'assessore per la promessa non mantenuta, non il sottoscritto per aver denunciato il fatto. Ma nel mondo alla rovescia in cui persino i pagliacci leghisti salgono ai piani alti del potere è meglio scendere.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il pagliaccio è connaturato all’italianità. Le camicie verdi hanno occupato da un ventennio la parte nord dell’Italia, notoriamente quella più produttiva e non so quanto migliore, ma assodato che fu quella che scelse la Repubblica contrariamente da quello che avvenne nel profondo sud. In passato c’è stata altra occupazione ventennale però sull’intera penisola di camicie nere. Il finale ha visto la grottesca pagliacciata trasformarsi in tragedia. Non solo ma da quell’infausto evento presero corpo camicie rosse (niente a che vedere con quelle garibaldine) dentro e fuori confine come non era mai accaduto. Oltre al danno la beffa. Ancor più grave è che con gli americani sbarcarono i mafiosi e tutti quegli omini grigi che poi hanno trasformato il nostro paese con la scusa dell’anticomunismo in un teatro di ruberie e morti ammazzati. Trame a iosa e burattini in alternanza come i brigatisti neri e rossi (Moretti non parla più da quando ha capito di aver scontato la sua pena per essersi ingraziato coloro che pensava di combattere). Certo neanche il Deux del ventennio riuscì a liberarsi dall’italianitudine che aveva sempre detestato, non ebbe quel coraggio, che pretendeva dagli altri, per compiere il gesto fatale e finale degli eroi sconfitti, preferì farsi impallinare scappando come una lepre ….domestica.
Il correttore storico.