21.10.10

Bandiera gialla

Chi ha qualche anno in più, o semplicemente ama la musica anni '60, conosce questa canzone di Gianni Pettenati che diede anche il nome ad una famosa trasmissione radiofonica. Pochi forse ricordano che era la cover di un pezzo inglese intitolato The pied piper, ovvero il pifferaio di Hamelin, protagonista di una fiaba tedesca, che conduce via con il suono del suo flauto magico tutti i bambini di una città. Dove voglio andare a parare con questa divagazione cromatico-fiabesco-musicale? In questi giorni è tutto un fiorire (i cento fiori di Mao?) di sonanti (come la moneta?) inni all'amicizia e alla collaborazione tra Toscana (in particolare Prato con Carmignano come special guest) e Cina. A suonarli una variopinta schiera di pappagalli e cuculi, di cornacchie e di uccelli del malaugurio, ma soprattutto di gazze attratte dal luccichìo del metallo prezioso delle monete. Tutti ansiosi, dopo la serenata, di intingere il becco nel wok. E così, tra una litania clericale ed un fruscio di banconote, un pifferaio allontana dalla vista le immagini disturbanti, vere e ingenue come i bambini, di Tien an men e del suo eroe solitario, dei monaci tibetani e del loro Paese distrutto, dei Laogai e delle migliaia di esecuzioni capitali di ogni anno, dei milioni di lavoratori sfruttati e dell'ambiente inquinato spietatamente. Moralisti in servizio permanente effettivo, logorroici custodi dei sacri testi, instancabili marciatori della pace ... tutti fermi e zitti. Davvero quella gialla (degli appestati e degli untori della peste della resa) è la loro bandiera.

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