22.3.11

China express

Complici i frequenti viaggi in treno di questo periodo, ho avuto modo di leggere finalmente alcuni articoli di quotidiani che avevo ritagliato e messi da parte. Così mi sono imbattuto in una intervista al sinologo François Jullien particolarmente esplicativa sulle caratteristiche del pensiero cinese che, sostiene Jullien "... si distingue da quello greco perchè parte dalla situazione anzichè dall'io-soggetto. In pratica non sarò io che pianifico ma io che scopro dove risiedono il potenziale e le condizioni da sfruttare...".
Le parole grassettate credo descrivano meglio di tanti discorsi la strategia cinese a Prato e in generale in Italia. Gli insediamenti avvengono dove vi sono condizioni ottimali, preesistenti o create dall'ignavia dei governanti autoctoni.
E quale situazione migliore di quella di uno Stato, l'Italia, che non avendo sollecitato e stipulato un trattato sul riaccoglimento in Cina dei clandestini espulsi, assicura loro l'assoluta impunità?
Per rendere efficaci le espulsioni occorrerebbe che chi è al governo stipulasse quel trattato; il resto, compresi i roboanti proclami preelettorali restano solo chiacchiere da bar; che tra l'altro diventano, sempre più numerosi, a gestione cinese.

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