3.3.11

Il cervello al museo

Probabilmente è giunto il momento di conferire il mio cervello ad un museo. In effetti non riesco più a capirci nulla nelle spese per il museo di Artimino che dovrebbe essere pronto (ma che coincidenza!) prima delle prossime elezioni comunali. Una delibera di Giunta comunale del 22 febbraio scorso ci rende noto che si spenderanno (altri?) 86mila euro per l'allestimento museale. Sono davvero curioso di leggere la risposta alla mia interrogazione del 7 febbraio (in cui chiedevo un preciso rendiconto finale dei costi) per capirci qualcosa. E decidere quali cervelli siano da mandare al museo.

2 commenti:

Massimiliano ha detto...

Qui piu' che il cervello,si e' perso il lume delle ragione.mi dovrebbero dare una spigazione convincente del perche' si riesca a trovare con tanta facilita' i soldi per il museo,che serve solo a loro e non si riesce a trovare i soldi per finire quella benedetta piscina o per rimettere a posto quel che resta delle strade su cui sfasciamo le macchine tutti i giorni, senza parlare del parcheggio di via Bicchi,che ancora non si vede la fine,e di altri servizi essenziali che magari servono a noi Cittadini.
Dateci una risposta,altrimenti anch'io mando il mio cervello al museo!

Anonimo ha detto...

E che dire dei marciapiedi a Seano,non rimarrò molti anni ancora residente in questo comune,che ha permesso la deturpazione del terriotorio in favore solo all'edilizia,poi reclamano i voti?Ma non si vergognano?E' inutile la solita ideologia all'americana,"Adesso abbiamo il wi-fi",ma chi se ne frega del wi-fi se non date ai cittadini i bisogni primari,per esempio i marciapiedi che servono alle persone per spostarsi a piedi nel paese.Un'ufficio postale decente e magari un'A.S.l. efficiente invece di andare direttamente in altre sedi dalla disperazione.Ogni comune fuori da qui è meglio di qui,lo posso garantire visto che per lavoro viaggio molto.
Non sono di destra,ma non so lo stesso da che parte stare,non credo che voterò a queste elezioni.
Tanto qua non cambia mai niente,a un certo punto è meglio cambiare paese,qui non c'è futuro.